Riscaldamento centralizzato: come staccarsi?
E' tema dibattuto e fonte di controversie in condominio, il possibile distacco dal riscaldamento centralizzato avanzato da uno o più condomini.
Grazie alle interpretazioni fornite dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni, si sono chiariti i termini e le possibilità al distacco, tenendo presente la normativa in materia di risparmio energetico.
Cosicché, quando previsto dal regolamento condominiale, il proprietario che intendesse fare richiesta all'assemblea di distacco del suo allacciamento da quello di riscaldamento centralizzato, dovrà – a mezzo di perizia redatta da termotecnico specializzato – dimostrare che dalla sua rinuncia al riscaldamento comune non deriverà alcuno squilibrio termico, che resteranno invariate le funzionalità dell'impianto e che i condomini rimasti allacciati non subiranno maggiori costi. Che, insomma, sia garantita la continuità dello standard di efficienza senza aggravi.
Quando il condomino avrà pronta la documentazione redatta dal tecnico, avrà cura di inviarla all'amministratore affinché la questione, posta all'ordine del giorno di apposita assemblea, possa essere valutata dalla collegialità per la delibera relativa.
Deliberato in senso positivo il distacco, il condomino non parteciperà più alle spese inerenti il consumo dell'energia del riscaldamento centralizzato ( gas, gasolio, utenza elettrica relativa) ma, sarà chiamato a contribuire alle sole spese che riguarderanno la conservazione dell'impianto, in quanto egli rimane comproprietario dello stesso.
[Fonte: Il Condominioweb]
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1 commento:
Però mi pare che rispettare quei vincoli sia veramente molto molto difficile. Ad esempio, in linea teorica è impossibile che al distacco di un condomino, gli altri non subiscano incrementi. Infatti ogni allacciato contribuisce alle spese fisse. Se diminuisce il numero degli allacciati, le spese fisse si dividono per un numero inferiore di persone...
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